domenica 9 febbraio 2014

10 febbraio Giorno del Ricordo




3 commenti:

  1. Il 10 febbraio 1947 il Trattato di Pace sanciva la cessione alla Jugoslavia dei territori dell’Istria, Fiume e Zara. Questo fatto causò un esodo forzato verso l’Italia, le Americhe e l’Australia di circa 360.000 italiani, sloveni e croati che fuggivano da quelle zone per non subire le angherie del regime totalitario del maresciallo Tito.

    Il termine “foiba” è una corruzione dialettale del latino “fovea”, che significa “fossa”; le foibe, infatti, sono cavità naturali, pozzi, voragini rocciose, a forma di imbuto rovesciato, create dall’erosione di corsi d’acqua nell’altopiano del Carso, tra Trieste e la penisola istriana; possono raggiungere i 200 metri di profondità.

    In Istria sono state registrate più di 1.700 foibe.

    Le foibe furono utilizzate in diverse occasioni e, in particolare, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale per infoibare (“spingere nella foiba”) migliaia di istriani e triestini, italiani ma anche slavi, antifascisti e fascisti, colpevoli di opporsi all’espansionismo slavo propugnato da Josip Broz, il maresciallo Tito.

    Ancora oggi, non si è a conoscenza di quanti siano stati gli infoibati: una stima rigorosa è tuttora impossibile, gli studi effettuati recentemente valutano il numero totale delle vittime (comprensive quindi di quelle morte durante la prigionia o la deportazione) come compreso tra poco meno di 5.000 e 11.000.

    Le vittime dei titini venivano condotte, dopo atroci sevizie, nei pressi della foiba; qui gli aguzzini bloccavano polsi e piedi con filo di ferro ad ogni singola persona con l’ausilio di pinze e, successivamente, legavano gli uni agli altri sempre tramite fil di ferro. I massacratori si divertivano, nella maggior parte dei casi, a sparare al primo malcapitato del gruppo che precipitava rovinosamente nella foiba trascinando con sé gli altri.

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    1. as 09-10 STORIA 14 2  materiali a cura di prof. Vittoria Nicolò

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  2. Ministero - Con la legge 30 marzo 2004, n. 92 il Parlamento italiano ha riconosciuto il 10 febbraio quale “Giorno del Ricordo”, con l’obiettivo di conservare e rinnovare la memoria della tragedia che ha colpito gli Istriani, i Fiumani e i Dalmati nel secondo dopoguerra, vittime delle Foibe e costretti all’esodo dalle loro terre.

    In occasione di questa giornata si invitano le scuole di ogni ordine e grado, nella piena autonomia organizzativa e didattica, di prevedere iniziative volte a diffondere la conoscenza dei tragici eventi che costrinsero centinaia di migliaia di italiani, abitanti dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, a lasciare le loro case, spezzando secoli di storia e di tradizioni.

    Tali iniziative saranno inoltre utili per valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate – in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale
    adriatica – e a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero.

    Si invitano pertanto le SS.LL., anche mediante la collaborazione con le Associazioni degli esuli che potranno fornire un importante contributo di analisi e di studio, a sensibilizzare le giovani generazioni su questi tragici fatti storici, al fine di ricordare le vittime e riflettere sui valori fondanti
    la nostra Carta costituzionale.

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